Italia: sì al nucleare… la destra sbanda!
L´incidente alla Krsko non scalfisce le “certezze” di Scajola e Prestigiacomo. Come era facile ipotizzare, l´incidente alla centrale di Krso in Slovenia non modifica la politica del governo italiano ormai lanciato in questa follia di rilanciare l’atomo nonostante le evidenti lacune sia sul piano economico (si parla di 30 miliardi di euro che nessuno sa da dove verrebbero presi); allo smaltimento delle scorie; alla finitezza dell’uranio; fino alla sicurezza, che comunque, anche senza allarmismi, non è risolta con la terza generazione. A ribadire che il governo italiano non torna indietro sono stati il ministro dell´ambiente Stefania Prestigiacomo, sia il suo collega per lo sviluppo economico Claudio Scajola.
Il centro destra non vuole l´eolico in Alta Val di Cecina ma poi sposa il nucleare. Pensano forse che l´impatto di qualche grande pala bianca che gira lentamente e produce energia rinnovabile e pulita da subito sia peggiore di quello di una eventuale centrale nucleare? Non è certo per il bene dell´Italia o del territorio che si propongono simili follie: il nucleare è oggi una scelta irresponsabile sul fronte sociale e ambientale. I problemi ambientali sono conosciuti ma sono messi in un angolo da chi parla in nome dell´efficienza economica. Eppure il nucleare pone ingenti costi di costruzione e “decommissioning” finale. Possibile che il centro destra non lo sappia? Ignoranza o menzogna?
Il costo reale di un kWh di elettricità da nucleare oltre a quello di acquisto di una fonte non presente nel nostro Paese e che andrà ad esaurirsi e ai costi di costruzione e gestione degli impianti, deve necessariamente comprendere anche la chiusura del ciclo del combustibile, lo smaltimento delle scorie e lo smantellamento delle centrali per essere considerato reale e competere sul mercato. L´eolico e le altre tecnologie per produrre energia da fonti rinnovabili, questi problemi non li pongono. Come non pongono problemi di sicurezza degli impianti e di stoccaggio per migliaia di anni delle pericolosissime scorie radioattive che escono dal processo.
Il costo reale di un kWh di elettricità da nucleare oltre a quello di acquisto di una fonte non presente nel nostro Paese e che andrà ad esaurirsi e ai costi di costruzione e gestione degli impianti, deve necessariamente comprendere anche la chiusura del ciclo del combustibile, lo smaltimento delle scorie e lo smantellamento delle centrali per essere considerato reale e competere sul mercato. L´eolico e le altre tecnologie per produrre energia da fonti rinnovabili, questi problemi non li pongono. Come non pongono problemi di sicurezza degli impianti e di stoccaggio per migliaia di anni delle pericolosissime scorie radioattive che escono dal processo.
Qualcuno si ricorda che l´Italia è un territorio a rischio sismico?
Se ami la natura, il paesaggio, l’Italia ed il SALENTO, Nardò e PORTO SELVAGGIO ( http://www.portoselvaggio.net ) aiutaci!
Scendi in campo anche tu per le energie alternative adatte al paesaggio…. di SI all’energia pulita e NO alla deturpazione del territorio. Firma anche tu, per salvare una delle parti più belle del Salento!
Non Siamo Contro L’Eolico Ma Contro I Progetti Che Non Rispettano La Gente Ed I Luoghi!
F I R M A A N C H E T U !
http://www.firmiamo.it/bastaeolicoselvaggio
—
pubblica sul tuo blog, dillo agli amici, spediscilo alla tua mailing list, scrivimi se vuoi: ecoritmi@libero.it
COMUNICATO STAMPA Bruxelles, 06 giugno 2008
Scajola sul nucleare
Frassoni: “Il ministro tace sui costi, né dice come intenda finanziarlo”
Monica Frassoni, Co-Presidente del Gruppo dei Verdi/ALE, ha così commentato le dichiarazioni del ministro Scajola in Lussembrugo per il Consiglio
Energia:
“Il ministro Scajola continua a tessere le lodi del nucleare senza parlare dei costi e, soprattutto, senza dire quanto il governo italiano intenda investire, concretamente, nel rilancio di questa tecnologia in via di estinzione. La disponibilità su “larga scala e a prezzi ragionevoli” del nucleare, infatti, è tutta da dimostrare: senza un imponente investimento pubblico, nessun privato vuole investire in qualche cosa il cui ritorno è oltre i dieci anni dal momento iniziale dell’investimento. Se negli Stati Uniti, nonostante l’offerta di incentivi da parte di Bush (1,8 centesimi al kw/h, per rendere il nucleare “concorrenziale” rispetto al gas), non si è concretizzato nessun nuovo ordinativo per una centrale nucleare, un motivo ci sarà…
E’ paradossale inoltre che il ministro all’Ambiente Prestigiacomo veda nel nucleare la soluzione contro i cambiamenti climatici: per combattere questi ultimi non si possono aspettare i dieci o quindici anni necessari ad un reattore nucleare perché si trasformi da progetto in realtà. Occorre agire sin da ora, come ribadito anche dall’International Panel on Climate Change, e puntare ad una riduzione delle emissioni pari al 30% entro il 2030 per contenere il riscaldamento globale entro i 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali. Lo stesso ministro, peraltro rivela – inconsciamente? – scarsa fiducia nella capacità del nucleare per fronte ai cambiamenti climatici nel momento stesso in cui chiede alla Ue di riconsiderare i criteri di ripartizione di riduzione delle emissioni in Italia.
Scambiare le emissioni di CO2 con le radiazioni provenienti dalle scorie non è il modo giusto per far fronte ai cambiamenti climatici e tutelare salute e ambiente. Contenere il riscaldamento globale si può e si deve attraverso l’investimento nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica e puntando seriamente al disaccoppiamento tra crescita del Pil e consumo energetico.”